GEOS - n.9 Maggio 1996 - anno IV
ISOLE DI CAPO VERDE

Gli ultimi ambienti selvaggi

Testo di Pier Vincenzo Zoli - Foto dell'Autore e di Mauro Camorani

Le Isole palmo a palmo

Le isole di Capo Verde nacquero tutte da eruzioni vulcaniche sottomarine, emergendo dall'oceano circa 180 milioni di anni fa. L'attività di allora oggi è visibile soltanto nella struttura geologica, ma in una essa è ancora viva e minacciosa: l'Ilha de Fogo, un cono di roccia che raggiunge i 2800 metri di quota, un vulcano attivo la cui ultima eruzione è avvenuta solo pochi anni fa.
La vita a Fogo è dominata dal suo minaccioso padrone; sul versante settentrionale; grazie alla mole imponente del massiccio vulcanico le piogge cadono meno raramente che altrove ed esiste una discreta attività agricola, sopratutto di frutta e cereali, mentre sulle pendici del vulcano si coltiva un caffè considerato fra i migliori del mondo.

Agricoltura e siccitá

Le isole di Capo Verde sono afflitte da una grande penuria di acqua, a dispetto della massa oceanica da cui sono circondate, e la siccità compromette fortemente le colture.
I raccolti sono strappati all'arsura ricorrendo a terrazzamenti e fossati che trattengono la poca acqua piovana, e i pozzi sono rari nonostante le falde sotterranee siano abbastanza estese.




Uno dei pochi pozzi azionati dal vento
che per fortuna non manca mai;


Una distilleria artigianale di "grogue"
un rum distillato dalla canna da zucchero.


Una cisterna a cielo aperto
per immagazzinare l'acqua


Un compito dei bambini è
l'approvvigionamento dell'acqua

Il turismo, che anche qui sta cominciando a muovere i suoi primi passi, troverà nella visita al vulcano motivi di rapido sviluppo. Giungere fino alla base del cratere principale non ê difficile, dal momento che vi sorge un villaggio collegato al capoluogo da una carrozzabile. Cha das Caldeiras, che si confonde con la roccia vulcanica e ha un aspetto lunare; si trova infatti nella caldera ed ê circondato dai campi di lava.
L' ascensione alla bocca di fuoco non è agevole, poichè le ceneri vulcaniche rendono scivolosa la salita, ma nei momenti di maggiore quiete si possono osservare diverse fumarole. Occorre però tenere presente che l'attività eruttiva puô riprendere in qualunque momento e non vi sono, nella zona, le condizioni di vigilanza a cui si è normalmente abituati quando si visi tano i vulcani di paesi a piú alta vocazione turistica.
Sal è l'unica isola dotata di aeroporto internazionale. Quasi completamente piatta, si puô dividere in due zone distinte: l'area centro meridionale, totalmente sabbiosa, e quella settentrionale, caratterizzata da un altopiano assolutamente desertico. Il capoluogo, Espargos, è l'unico centro abitato di rilievo, anche se è a Santa Maria, nell'estremo sud, che sono sorti i moderni alberghi in grado di rispondere alla crescente domanda di turismo.
A parte le lunghe spiagge, molte delle quali deserte e di non difficile accesso, merita una visita l'affascinante Pedra de Luma, la caldera di un antico vulcano che nasconde grandi giacimenti di sale. Le saline, ormai non più sfruttate in via intensiva, rappresentano un suggestivo esempio di archeologia industriale, così come gli arrugginiti barconi che servivano a trasportare il sale fino alle isole vicine.
Nella zona nord, in località Burracona, si trovano alcune beillissime grotte e le piscine naturali, grandi vasche nella roccia dentro le quali l'oceano riversa le sue acque durante le tempeste e che, nei momenti di calma, sembrano fatte apposta per bagni tranquilli. La regione di Santa Maria è quella più turistica, con alberghi comodi e moderni e spiagge attrezzate per gli sport nautici.
L'isola di Boa Vista è praticamente un unico susseguirsi di dune sabbiose e pianure di ciottoli riarsi dal sole, cinta tutt'intorno da 55 chilometri di spiagge di indescrivibile fascino: a dispetto della sua estrema aridità, è forse l'isoia più suggestiva, la piu vicina a quell"isola dei sogni" che tutti vorrebbero almeno per una volta nella vita raggiungere per dimenticare tutto e tutti.
Sal Rei, il capoluogo, non ha nulla di africano: case colorate a tinte pastello, fiori alle finestre, persiane vivaci, piazzette tranquille. Subito fuori dalla cittadina, quasi a interrompere il susseguirsi delle dune, piccole oasi di tamarindi punteggiano il percorso fino a Rabil, un altro piccolo villaggio in cui la vita scorre senza fretta e con grande dignità, e dove un vasaio lavora alle sue terrecotte mentre i bambini costruiscono i giocattoli con scatolette e coperchini abbandonati. Noleggiando un fuoristrada con autista è possibile scoprire tutta l'isola in un paio di giorni, dalla spiaggia di Briquetterie, dove una vecchia fornace si sta lentamente ricoprendo di sabbia, a Corrai Velha, un villaggio ormai abbandonato, ancora utilizzato saltuariamente da alcuni pescatori. Oppure si può raggiungere Cabo Santa Maria, dove l'imponente relitto di una nave spagnola "galleggia" sulla sabbia, allucinante spettro di un naufragio di trent'anni fa.
A Boa Vista non si può infine perdere l'occasione di gustare le aragoste e la saporitissima carne di maiale. Santiago è la maggiore delle nove isole abitate e anche quella più africana. Praia, la capitale dell'arcipelago è una città che non attrae più di tanto, almeno coloro che cercano la pace e la tranquillità. Merita comunque una visita il mercato, anche se quello piú interessante lo si trova ad Assomada, ai centro dell'isola.
Un villaggio all'interno farà scoprire un territorio assai variegato: picchi montani a volte aridi a volte verdeggianti, lunghi tratti di costa rocciosa, qualche spiaggia, una moltitudine di villaggi microscopici e, ovunque, case sparse e tanta gente che sembra non avere granchè da fare. Dopo chilometri di terreno rinsecchito, la monotonia del paesaggio è interrotta da vaste piantagioni di cocco, banane e mango.
E' a Santiago che sorse Ribeira Grande, oggi chiamata Cidade Velha, il primo insediamento umano di queste isole. E' ancora in piedi parte dell'antica cattedrale, una sezione di un fortilizio con cannoni arrugginiti e, sulla collina, il Forte Reale de Sao Felipe, ben conservato.
Oltre a Praia, l'unico altro centro dell'isola degno di nota è Tarrafal, un villaggio di pescatori dove si trova una bella spiaggia e dove è possibile effettuare anche interessanti immersioni a bassa profondità su fondali rocciosi frequentati da molte specie di pesce. Sao Vicente è l'isola più "giovane" dell'arcipeiago, nel senso che i locali di divertimento si trovano proprio qui. a Mindelo, una simpatica cittadina piena di vitalitá e senza semafori. Poco lontano si trova Sao Pedro, un villaggio di pescatori dove il tempo si è davvero fermato. Anche a Sao Vicente noleggiando un fuoristrada e con l'ausilio di una guida si possono raggiungere alcune spiagge fuori dal mondo, sulle quali l'oceano, con la complicità degli Alisei. scaraventa ondate fantasmagoriche in un panorama da primo giorno della Creazione. Un'ascensione al Monte Verde, che però non ha nulla di verde, sarà un'ottima opportunità per avere una visione aerea dell'isola che non mancherà di soddisfare la vista....

estratto da:
GEOS - Edizioni ECOS SRL - n.9 Maggio 1996 - anno IV - Testo di Pier Vincenzo Zoli - Foto dell'Autore e di Mauro Camorani

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